La fanciulla provoca il lemure durante la cena
La fanciulla provoca il lemure con il gelato
Il rassicurante amico del lemure
Il lemure impaurito dopo il racconto del menestrello
NEWS PENNY 2012
PARTE 2
(per l'articolo della PARTE 1 cliccare QUI)
Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale.
La magica fiaba prosegue.
La donna desiderata da tempo dal lemure si presentò alla sua porta e, attratta da quella presenza maschia, lo invitò ad uscire con lei a cena.
L'animale bipede non ci pensò su due volte e comandato dal suo secondo cervello - sempre se ce ne fosse stato un primo - seguì la graziosa donzella al primo locale di ristoro della zona.
Qui il primate ebbe una spiacevole sorpresa, infatti ciò che pensava essere una cenetta romantica tra lui e lei, era in realtà una rimpatriata accademica.
Tutti i suoi ex compagni avevano già preso posto e, appena mise piede nel locale, questi lo squadrarono da cima a fondo lanciandogli occhiate e sorrisi maligni.
Erano i famosi compagni che in giovane età lo appendevano in cima all'albero del cortile. La scimmietta voleva scomparire, ma a fianco c'era quell'angelica presenza che le dava la forza per affrontare quei ghigni diabolici e crudeli.
La cena si svolse in tranquillità. Il lemure fu pestato solo un paio di volte e in un'occasione fu costretto a bere l'urina del cameriere.
Tutto sommato un bilancio positivo, pensò, soprattutto sapendo che a fianco aveva lei, la ragazza sempre sognata e desiderata.
Al termine del lauto pasto il gracile primate si offrì come accompagnatore della ragazza. Lei accettò con entusiasmo e mentre erano ancora sopra la fiammante carrozza del bipede, quest'ultimo iniziò a meditare assiduamente tra sé e sé come saltare addosso alla principessa. Tuttavia, proprio quando il lemure era pronto a gettare i suoi artigli contro l'indifesa preda, questa confessò di avere un principe azzurro che l'attendeva al castello del suo regno.
Il primate agghiacciò e rimase di stucco. Il suo sogno si frantumò in mille pezzi e il suo cuore e il suo "cervello" smisero di pulsare.
Pensieri tormentati investirono la sua mente.
Perché l'amore è così crudele? E soprattutto, perché non riesce più a forzare nessun altro lettore Bancomat?
Il lemure avrebbe voluto farsi investire, ma probabilmente il dolore fisico che avrebbe provato non era sufficiente a sconfiggere il dolore sentimentale e perverso che provava in quel momento.
Ma, una volta giunti al ponte levatoio del castello della principessa, accadde qualcosa d'impensabile: la giovane e procace fanciulla, che per tutta la sera aveva concesso attenzioni solo allo stralunato bipede, prima di salutarlo pronunciò una frase che fece sanguinare le sue orecchie.
Gli occhi del lemure tornarono a brillare, la ragazza lo salutò con un fugace ma al tempo stesso interminabile delizioso bacio sulle labbra e la luna in cielo usciva in tutto il suo splendore da dietro le nuvole incorniciando una scena magica ed eterea.
La scimmietta era su di giri. Probabilmente avrebbe fatto riposare una volta per tutte Federica e sarebbe tornato a strisciare la sua scheda nel lettore Bancomat.
Ma dimenticava il fattore più importante: il principe!
Cosa fare? Di abbandonare e lasciar perdere la sua dolce fanciulla non ci pensava minimamente! Nella sua testa c'era solo una via percorribile: assassinare il nobiluomo. E come? Avvelenandolo con il cianuro? Facendogli vedere come gioca Acerbi? Parlandogli della situazione economica italiana? Facendogli ascoltare ininterrottamente per 5 minuti di fila Justin Bieber? Portandolo a guardare l'ennesimo cinepanettone di Boldi e De Sica?
Nel mentre che si poneva queste domande di assoluta importanza vide giungere al castello della principessa un suo ex compagno di scuola, anche lui presente alla cena accademica. Sorpreso di tale veduta, chiese al compagno quali affari lo portavano in codesta dimora e lui rispose semplicemente che in quel disgiunto luogo ci professava il mestiere, infatti era il menestrello di corte e grazie a codesto impegno era in contatto assiduo con i regnanti, quindi anche con la principessa.
Il lemure, appresa questa nuova, iniziò a concepire domande a raffica per sapere innanzitutto che tipo fosse il principe, se forte e aitante o docile e mansueto, e subito dopo, in seconda battuta, se la principessa era avvezza a tradimenti.
Il menestrello rispose cordialmente ad ogni singola domanda e rivelò al primate che la principessa era una persona piuttosto estroversa con tutti e particolarmente provocante, ma dietro tutto ciò c'era la personalità sadica della ragazza che come una mantide religiosa, prima si accoppiava con l'ingenuo maschio, e poi, raccontando al crudele principe di essere stata molestata, faceva decapitare l'ingenuo conquistatore.
A tali parole il lemure venne scosso da un brivido che gli percorse tutta la schiena e spaventato dal terribile racconto girò i tacchi e scappò nella foresta antistante al castello con il suo cocchio.
Il menestrello, ridendosela sotto i folti baffi, si compiacque per l'ennesima burla raccontata a uno spasimante della principessa, dimostrando ancora una volta a se stesso che il giullare di corte era il suo mestiere per natura.
Questi, visto scappar via quell'ingenuo bipede e sapendo che il principe era fuori per una sessione di caccia al peruviano, entrò tra le mura fortificate, si tolse gli stivali e raggiunse di soppiatto la camera principesca della ragazza che nuda, sdraiata sul letto e ricoperta di soli petali di rosa, attendeva un qualunque essere vivente maschile - uomo, cane, asino, pappagallo, ippopotamo… - che l'andasse a deflorare.
Nel frattempo il lemure, che era scappato come un coniglio di fronte a quel terrificante racconto, sentì in lontananza giungere alle orecchie degli ululati fortissimi provenienti dal castello e notando la luna nel pieno del suo splendore sopra la sua testa pensò alla possibile comparsa di qualche creatura malefica dell'aldilà, alla comparsa di un licantropo vendicatore.
Frustò ancor più forte i cavalli e sfrecciando in mezzo alla vegetazione raggiunse finalmente la sua dimora.
Infilatosi sotto le lenzuola era pervaso da innumerevoli pensieri che gli turbinavano per la mente: da un lato c'era una riflessione su ciò che gli aveva detto la principessa prima di salutarlo, ma immediatamente dopo veniva investito dalle macabre immagini dell'orrido racconto narratagli dal menestrello e tutti i suoi sogni si trasformavano in incubi sanguinolenti.
Possibile che in una dolce e meravigliosa creatura come quella principessa scorresse cotanta crudeltà e sadismo? Il suo compagno di scuola lo aveva preso in giro?
L'unica cosa certa era solo quella che dal giorno seguente il lemure avrebbe ripreso a frequentarsi con la sua amica Federica.
P.S.:
Per chi di voi si stesse chiedendo cosa disse la ragazza al lemure quella sera, di seguito trovate la versione più verosimile: "Lemmy, sono stata benissimo con te questa sera… eri buffo quando bevevi il piscio di quel cameriere… mi piacerebbe rivederti, non solo per una cena, ma per qualcosa di più… di più intimo… mi piacerebbe che fossi tu la prossima volta a farmi bere qualcosa! Sappi che io lavoro in una stalla qui vicino e amo cavalcare, inoltre faccio sport e mi sto specializzando nel salto con l'asta! Se vuoi in uno dei prossimi giorni possiamo divertirci insieme praticando queste cortigiane attività!" E nel frattempo che pronunziava codesti versi, si dice si mordicchiasse l'unghia dell'indice della mano destra, mentre con l'altra si accarezzava dolcemente prima il seno e successivamente l'interno coscia.
A quel punto il lemure iniziò a perdere liquido seminale dalle orecchie.
PARTE 2
(per l'articolo della PARTE 1 cliccare QUI)
Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale.
La magica fiaba prosegue.
La donna desiderata da tempo dal lemure si presentò alla sua porta e, attratta da quella presenza maschia, lo invitò ad uscire con lei a cena.
L'animale bipede non ci pensò su due volte e comandato dal suo secondo cervello - sempre se ce ne fosse stato un primo - seguì la graziosa donzella al primo locale di ristoro della zona.
Qui il primate ebbe una spiacevole sorpresa, infatti ciò che pensava essere una cenetta romantica tra lui e lei, era in realtà una rimpatriata accademica.
Tutti i suoi ex compagni avevano già preso posto e, appena mise piede nel locale, questi lo squadrarono da cima a fondo lanciandogli occhiate e sorrisi maligni.
Erano i famosi compagni che in giovane età lo appendevano in cima all'albero del cortile. La scimmietta voleva scomparire, ma a fianco c'era quell'angelica presenza che le dava la forza per affrontare quei ghigni diabolici e crudeli.
La cena si svolse in tranquillità. Il lemure fu pestato solo un paio di volte e in un'occasione fu costretto a bere l'urina del cameriere.
Tutto sommato un bilancio positivo, pensò, soprattutto sapendo che a fianco aveva lei, la ragazza sempre sognata e desiderata.
Al termine del lauto pasto il gracile primate si offrì come accompagnatore della ragazza. Lei accettò con entusiasmo e mentre erano ancora sopra la fiammante carrozza del bipede, quest'ultimo iniziò a meditare assiduamente tra sé e sé come saltare addosso alla principessa. Tuttavia, proprio quando il lemure era pronto a gettare i suoi artigli contro l'indifesa preda, questa confessò di avere un principe azzurro che l'attendeva al castello del suo regno.
Il primate agghiacciò e rimase di stucco. Il suo sogno si frantumò in mille pezzi e il suo cuore e il suo "cervello" smisero di pulsare.
Pensieri tormentati investirono la sua mente.
Perché l'amore è così crudele? E soprattutto, perché non riesce più a forzare nessun altro lettore Bancomat?
Il lemure avrebbe voluto farsi investire, ma probabilmente il dolore fisico che avrebbe provato non era sufficiente a sconfiggere il dolore sentimentale e perverso che provava in quel momento.
Ma, una volta giunti al ponte levatoio del castello della principessa, accadde qualcosa d'impensabile: la giovane e procace fanciulla, che per tutta la sera aveva concesso attenzioni solo allo stralunato bipede, prima di salutarlo pronunciò una frase che fece sanguinare le sue orecchie.
Gli occhi del lemure tornarono a brillare, la ragazza lo salutò con un fugace ma al tempo stesso interminabile delizioso bacio sulle labbra e la luna in cielo usciva in tutto il suo splendore da dietro le nuvole incorniciando una scena magica ed eterea.
La scimmietta era su di giri. Probabilmente avrebbe fatto riposare una volta per tutte Federica e sarebbe tornato a strisciare la sua scheda nel lettore Bancomat.
Ma dimenticava il fattore più importante: il principe!
Cosa fare? Di abbandonare e lasciar perdere la sua dolce fanciulla non ci pensava minimamente! Nella sua testa c'era solo una via percorribile: assassinare il nobiluomo. E come? Avvelenandolo con il cianuro? Facendogli vedere come gioca Acerbi? Parlandogli della situazione economica italiana? Facendogli ascoltare ininterrottamente per 5 minuti di fila Justin Bieber? Portandolo a guardare l'ennesimo cinepanettone di Boldi e De Sica?
Nel mentre che si poneva queste domande di assoluta importanza vide giungere al castello della principessa un suo ex compagno di scuola, anche lui presente alla cena accademica. Sorpreso di tale veduta, chiese al compagno quali affari lo portavano in codesta dimora e lui rispose semplicemente che in quel disgiunto luogo ci professava il mestiere, infatti era il menestrello di corte e grazie a codesto impegno era in contatto assiduo con i regnanti, quindi anche con la principessa.
Il lemure, appresa questa nuova, iniziò a concepire domande a raffica per sapere innanzitutto che tipo fosse il principe, se forte e aitante o docile e mansueto, e subito dopo, in seconda battuta, se la principessa era avvezza a tradimenti.
Il menestrello rispose cordialmente ad ogni singola domanda e rivelò al primate che la principessa era una persona piuttosto estroversa con tutti e particolarmente provocante, ma dietro tutto ciò c'era la personalità sadica della ragazza che come una mantide religiosa, prima si accoppiava con l'ingenuo maschio, e poi, raccontando al crudele principe di essere stata molestata, faceva decapitare l'ingenuo conquistatore.
A tali parole il lemure venne scosso da un brivido che gli percorse tutta la schiena e spaventato dal terribile racconto girò i tacchi e scappò nella foresta antistante al castello con il suo cocchio.
Il menestrello, ridendosela sotto i folti baffi, si compiacque per l'ennesima burla raccontata a uno spasimante della principessa, dimostrando ancora una volta a se stesso che il giullare di corte era il suo mestiere per natura.
Questi, visto scappar via quell'ingenuo bipede e sapendo che il principe era fuori per una sessione di caccia al peruviano, entrò tra le mura fortificate, si tolse gli stivali e raggiunse di soppiatto la camera principesca della ragazza che nuda, sdraiata sul letto e ricoperta di soli petali di rosa, attendeva un qualunque essere vivente maschile - uomo, cane, asino, pappagallo, ippopotamo… - che l'andasse a deflorare.
Nel frattempo il lemure, che era scappato come un coniglio di fronte a quel terrificante racconto, sentì in lontananza giungere alle orecchie degli ululati fortissimi provenienti dal castello e notando la luna nel pieno del suo splendore sopra la sua testa pensò alla possibile comparsa di qualche creatura malefica dell'aldilà, alla comparsa di un licantropo vendicatore.
Frustò ancor più forte i cavalli e sfrecciando in mezzo alla vegetazione raggiunse finalmente la sua dimora.
Infilatosi sotto le lenzuola era pervaso da innumerevoli pensieri che gli turbinavano per la mente: da un lato c'era una riflessione su ciò che gli aveva detto la principessa prima di salutarlo, ma immediatamente dopo veniva investito dalle macabre immagini dell'orrido racconto narratagli dal menestrello e tutti i suoi sogni si trasformavano in incubi sanguinolenti.
Possibile che in una dolce e meravigliosa creatura come quella principessa scorresse cotanta crudeltà e sadismo? Il suo compagno di scuola lo aveva preso in giro?
L'unica cosa certa era solo quella che dal giorno seguente il lemure avrebbe ripreso a frequentarsi con la sua amica Federica.
P.S.:
Per chi di voi si stesse chiedendo cosa disse la ragazza al lemure quella sera, di seguito trovate la versione più verosimile: "Lemmy, sono stata benissimo con te questa sera… eri buffo quando bevevi il piscio di quel cameriere… mi piacerebbe rivederti, non solo per una cena, ma per qualcosa di più… di più intimo… mi piacerebbe che fossi tu la prossima volta a farmi bere qualcosa! Sappi che io lavoro in una stalla qui vicino e amo cavalcare, inoltre faccio sport e mi sto specializzando nel salto con l'asta! Se vuoi in uno dei prossimi giorni possiamo divertirci insieme praticando queste cortigiane attività!" E nel frattempo che pronunziava codesti versi, si dice si mordicchiasse l'unghia dell'indice della mano destra, mentre con l'altra si accarezzava dolcemente prima il seno e successivamente l'interno coscia.
A quel punto il lemure iniziò a perdere liquido seminale dalle orecchie.
Nessun commento:
Posta un commento