Il lemure CITRO cerca di catturare l'affascinante balenottera
La balenottera in tutto il suo splendore si trascina tutti i suoi amanti nell'abisso
Il lemure non vede l'ora di uscire con la balenottera
NEWS PENNY 2013
Terminata la stagione calcistica, si diffondono subito i tormentoni dell'estate.
Il gossip dilaga sotto gli ombrelloni e oltre a parlare di dove andrà a giocare l'anno prossimo il corridore GHIYO, gli argomenti che tengono banco sono ovviamente le avventure extracalcistiche delle Fenici e del loro cugino più caro e odiato allo stesso tempo, CITRO, ormai eletto mascotte del gruppo.
La Redazione, per la gioia di tutti i lettori e fan arancioni, ha deciso all'unanimità di raccontare una delle fantastiche novelle di cui ci delizia continuamente l'ominide di Assago.
Si avvisano i gentili lettori che questa lettura è sconsigliata ai deboli di stomaco. Ciò potrebbe provocare emorragie interne e tentativi di suicidio in persone con ipertensione e aborti in donne incinte. Se si dovessero riscontrare problematiche di questo tipo la Redazione si esenta da qualsiasi responsabilità.
Buona proseguimento!
Tutto cominciò con una festa di laurea.
Non tanto tempo fa l'allegro e spensierato lemure ebbe la sfrontataggine di laurearsi seguendo a singhiozzo corsi di cucina misti a corsi di economia insieme al suo compagno di gabbia, il koala TURTURO. Per festeggiare tale incredibile evento, il primate organizzò in una serata di mezza estate un party chiccoso ed elegante all'altezza della sua nomea di CORONA.
Per l'occasione invitò curiosi personaggi: oltre ai cugini del PENNY e ai suoi colleghi dello SWAT, pensò bene di arricchire la serata convocando a raccolta saltimbanchi, donne cannone, nani da circo e pallavoliste.
Tra questi era presente anche una dolce balenottera spiaggiata con il sorriso smagliante del Grinch. Il cetaceo, con il suo savoir-faire da professoressa Trinciabue, nel giro di pochi minuti aveva allungato i suoi velenosi tentacoli su tutti gli invitati di sesso maschile. I suoi poteri ipnotici non funzionarono a dovere su tutti, però su alcuni furono micidiali.
E chi poteva persuadere maggiormente tra tutti se non l'arrapato lemure?!
Fu così che quella sera la balenottera, dopo essere stata impollinata da forestieri di tutto il mondo, di razze e religioni differenti, decise di dare una chance anche all'allupata scimmietta concedendogli un appuntamento galante pochi giorni dopo.
CORONA si vestì di tutto punto per l'occasione: si mise al polso il suo Flik-Flak, calzò le sue Geox, si laccò i pochi peli in testa, si rase i palmi delle mani e dei piedi, indossò il kilt e partì alla volta della tana del cetaceo, nella lontana e sperduta Affori sopra al suo destriero lucidato e rombante, l'Alfetta.
Giunto in quella landa desolata, imbarcò la sensuale balenottera e si diresse verso il ristorante più sfarzoso di Milano, "La bettola di Mastro Geppetto".
Il grosso mammifero, ingurgitando enormi quantità di plancton, iniziò a parlare della sua vita sfrenata, dei suoi viaggi, dei suoi vizi e dei suoi desideri sessuali. Narrò di sniffate epocali da far impallidire anche l'esperto Tony Montana, di assunzione di ecstasy e LSD da far sembrare Jimi Hendrix un misero novellino, raccontò delle sue esperienze cul-turali in ogni angolo della Terra, come quella avuta in Amazzonia con una specie rara di tuc-ano o come quella avuta in India con un montone sacro e con un elefante dalla proboscide anellata.
Insomma, si pronunciò su tutto e non c'era modo di fermarla. Il povero lemure annuiva distrattamente e fingeva interesse, ma nella sua testa vorticava un solo pensiero: infilare la sua coda nello sfiatatoio di quella balena e vedere se lo spruzzo le fosse uscito da qualche altra parte.
Giunse finalmente la conclusione del banchetto e l'ingenua scimmietta, pur di far colpo e ottenere ciò che bramava, pagò tutto il conto svuotando l'intera carta di credito.
La balenottera, nel frattempo, non si arrestava a chiacchierare e raccontava di quella volta in cui fece l'amore con un opossum tatuato dentro un frigorifero, imbarcato sopra un catamarano che scendeva dalle cascate del Niagara, mentre in cielo si stava assistendo ad un eclisse di sole e una navicella aliena stava bombardando un villaggio vicino.
I due mammiferi arrivarono sotto casa del cetaceo. Ella era sul punto di scendere dall'Alfetta e salutare definitivamente lo sciagurato lemure senza concedergli nemmeno una leccata di fanoni sulla guancia, così CORONA si giocò il tutto e per tutto e le offrì di seguirlo in un altura nascosta per osservare la costellazione del procione.
La balenottera accettò senza troppe remore e i due si avviarono felicemente verso il luogo oscuro.
Una volta giunti nel sito desolato e lontano da occhi indiscreti, la scimmietta, con fare sicuro e accattivante, si appropinquò alla dama e indicando verso il cielo un aereo di passaggio spacciandolo per una luna piena, fece scivolare le viscide labbra sull'enorme cavità orale di lei e i due si scambiarono una passionale salivazione. L'amplesso poteva avere inizio.
Tuttavia un pensiero turbò la mente della balenottera. Nonostante fosse affetta da AIDS, clamidia, condiloma acuminato, trichomoniasi vaginale, candidosi, sifilide e gonorrea chiese all'arrapato primate se fosse munito di guaina ricavata da budella d'animale per ricoprire la sua corporea protuberanza. CORONA pensava fosse una scusa per interrompere il rapporto appena nato, ma con prontezza tirò fuori dal baule della macchina un sacco di iuta pieno di contraccettivi facendosi cogliere altamente preparato e non lasciando via di fuga alla dama.
Il cetaceo, però, pareva aver perso tutto quell'entusiasmo iniziale e sembrava intimorito, nonostante tutte le avventure da lei raccontate durante l'arco della serata facessero credere che fosse più che disinibita, in altra parole, vacca.
Il lemure non stava più nella pelle (o meglio, nelle palle). Si trovava denudato con addosso solo i calzini della Kalenji, mentre la balenottera indossava ancora il suo vestito floreale (sembrava di aver di fronte una giungla intera). CORONA cercò di sfilarglielo con delicatezza e amabilità, ma non c'era verso. Il cetaceo si era spiaggiato e non nuotava più nelle acque dell'amore.
Il primate sbalordito non sapeva cosa fare, allora decise drasticamente di interrompere quella farsa: si rivestì, ferito nell'orgoglio di sciupafemmine, e riaccompagnò la dama al castello.
Il fatto eclatante e clamoroso, secondo la scimmietta, è che mentre riaccompagnava alla propria dimora il cetaceo, questi riprese a narrare le sue folli gesta come se qualche istante prima nulla fosse accaduto.
Il lemure spiaggiò la balenottera e fuggì verso casa, deluso, affranto e pronto a sparare il colpo in canna caricato durante i preliminari.
Una serata da dimenticare per il povero CORONA, che oltre ad aver speso tutti i soldi a sua disposizione, nella via del ritorno rimase senza benzina e fu costretto a farsi scortare dall'amico ANGELO, appena tornato da una festa di sesso, droga e rap realizzata a casa dei suoi nonni.
Come ogni favola che si rispetti non può non terminare con una morale educatrice: in mare ci sono pesci grandi e pesci piccoli, ma ci sono anche cetacei giganteschi e quando ti imbatti in uno di questi, difficilmente ne esci vincitore o illeso, soprattutto se la mole di differenza è così grande. Il capitano Achab insegna, ma probabilmente il neolaureato lemure non ha avuto la fortuna di scontrarsi con il racconto di Melville. Insomma, è giusto essere pretenziosi e volere sempre il meglio da se stessi, ma quando si nota che le difficoltà incontrate lungo il cammino diventano insormontabili è meglio abbandonare i propri propositi, altrimenti si rischia di farsi molto male.
Terminata la stagione calcistica, si diffondono subito i tormentoni dell'estate.
Il gossip dilaga sotto gli ombrelloni e oltre a parlare di dove andrà a giocare l'anno prossimo il corridore GHIYO, gli argomenti che tengono banco sono ovviamente le avventure extracalcistiche delle Fenici e del loro cugino più caro e odiato allo stesso tempo, CITRO, ormai eletto mascotte del gruppo.
La Redazione, per la gioia di tutti i lettori e fan arancioni, ha deciso all'unanimità di raccontare una delle fantastiche novelle di cui ci delizia continuamente l'ominide di Assago.
Si avvisano i gentili lettori che questa lettura è sconsigliata ai deboli di stomaco. Ciò potrebbe provocare emorragie interne e tentativi di suicidio in persone con ipertensione e aborti in donne incinte. Se si dovessero riscontrare problematiche di questo tipo la Redazione si esenta da qualsiasi responsabilità.
Buona proseguimento!
Tutto cominciò con una festa di laurea.
Non tanto tempo fa l'allegro e spensierato lemure ebbe la sfrontataggine di laurearsi seguendo a singhiozzo corsi di cucina misti a corsi di economia insieme al suo compagno di gabbia, il koala TURTURO. Per festeggiare tale incredibile evento, il primate organizzò in una serata di mezza estate un party chiccoso ed elegante all'altezza della sua nomea di CORONA.
Per l'occasione invitò curiosi personaggi: oltre ai cugini del PENNY e ai suoi colleghi dello SWAT, pensò bene di arricchire la serata convocando a raccolta saltimbanchi, donne cannone, nani da circo e pallavoliste.
Tra questi era presente anche una dolce balenottera spiaggiata con il sorriso smagliante del Grinch. Il cetaceo, con il suo savoir-faire da professoressa Trinciabue, nel giro di pochi minuti aveva allungato i suoi velenosi tentacoli su tutti gli invitati di sesso maschile. I suoi poteri ipnotici non funzionarono a dovere su tutti, però su alcuni furono micidiali.
E chi poteva persuadere maggiormente tra tutti se non l'arrapato lemure?!
Fu così che quella sera la balenottera, dopo essere stata impollinata da forestieri di tutto il mondo, di razze e religioni differenti, decise di dare una chance anche all'allupata scimmietta concedendogli un appuntamento galante pochi giorni dopo.
CORONA si vestì di tutto punto per l'occasione: si mise al polso il suo Flik-Flak, calzò le sue Geox, si laccò i pochi peli in testa, si rase i palmi delle mani e dei piedi, indossò il kilt e partì alla volta della tana del cetaceo, nella lontana e sperduta Affori sopra al suo destriero lucidato e rombante, l'Alfetta.
Giunto in quella landa desolata, imbarcò la sensuale balenottera e si diresse verso il ristorante più sfarzoso di Milano, "La bettola di Mastro Geppetto".
Il grosso mammifero, ingurgitando enormi quantità di plancton, iniziò a parlare della sua vita sfrenata, dei suoi viaggi, dei suoi vizi e dei suoi desideri sessuali. Narrò di sniffate epocali da far impallidire anche l'esperto Tony Montana, di assunzione di ecstasy e LSD da far sembrare Jimi Hendrix un misero novellino, raccontò delle sue esperienze cul-turali in ogni angolo della Terra, come quella avuta in Amazzonia con una specie rara di tuc-ano o come quella avuta in India con un montone sacro e con un elefante dalla proboscide anellata.
Insomma, si pronunciò su tutto e non c'era modo di fermarla. Il povero lemure annuiva distrattamente e fingeva interesse, ma nella sua testa vorticava un solo pensiero: infilare la sua coda nello sfiatatoio di quella balena e vedere se lo spruzzo le fosse uscito da qualche altra parte.
Giunse finalmente la conclusione del banchetto e l'ingenua scimmietta, pur di far colpo e ottenere ciò che bramava, pagò tutto il conto svuotando l'intera carta di credito.
La balenottera, nel frattempo, non si arrestava a chiacchierare e raccontava di quella volta in cui fece l'amore con un opossum tatuato dentro un frigorifero, imbarcato sopra un catamarano che scendeva dalle cascate del Niagara, mentre in cielo si stava assistendo ad un eclisse di sole e una navicella aliena stava bombardando un villaggio vicino.
I due mammiferi arrivarono sotto casa del cetaceo. Ella era sul punto di scendere dall'Alfetta e salutare definitivamente lo sciagurato lemure senza concedergli nemmeno una leccata di fanoni sulla guancia, così CORONA si giocò il tutto e per tutto e le offrì di seguirlo in un altura nascosta per osservare la costellazione del procione.
La balenottera accettò senza troppe remore e i due si avviarono felicemente verso il luogo oscuro.
Una volta giunti nel sito desolato e lontano da occhi indiscreti, la scimmietta, con fare sicuro e accattivante, si appropinquò alla dama e indicando verso il cielo un aereo di passaggio spacciandolo per una luna piena, fece scivolare le viscide labbra sull'enorme cavità orale di lei e i due si scambiarono una passionale salivazione. L'amplesso poteva avere inizio.
Tuttavia un pensiero turbò la mente della balenottera. Nonostante fosse affetta da AIDS, clamidia, condiloma acuminato, trichomoniasi vaginale, candidosi, sifilide e gonorrea chiese all'arrapato primate se fosse munito di guaina ricavata da budella d'animale per ricoprire la sua corporea protuberanza. CORONA pensava fosse una scusa per interrompere il rapporto appena nato, ma con prontezza tirò fuori dal baule della macchina un sacco di iuta pieno di contraccettivi facendosi cogliere altamente preparato e non lasciando via di fuga alla dama.
Il cetaceo, però, pareva aver perso tutto quell'entusiasmo iniziale e sembrava intimorito, nonostante tutte le avventure da lei raccontate durante l'arco della serata facessero credere che fosse più che disinibita, in altra parole, vacca.
Il lemure non stava più nella pelle (o meglio, nelle palle). Si trovava denudato con addosso solo i calzini della Kalenji, mentre la balenottera indossava ancora il suo vestito floreale (sembrava di aver di fronte una giungla intera). CORONA cercò di sfilarglielo con delicatezza e amabilità, ma non c'era verso. Il cetaceo si era spiaggiato e non nuotava più nelle acque dell'amore.
Il primate sbalordito non sapeva cosa fare, allora decise drasticamente di interrompere quella farsa: si rivestì, ferito nell'orgoglio di sciupafemmine, e riaccompagnò la dama al castello.
Il fatto eclatante e clamoroso, secondo la scimmietta, è che mentre riaccompagnava alla propria dimora il cetaceo, questi riprese a narrare le sue folli gesta come se qualche istante prima nulla fosse accaduto.
Il lemure spiaggiò la balenottera e fuggì verso casa, deluso, affranto e pronto a sparare il colpo in canna caricato durante i preliminari.
Una serata da dimenticare per il povero CORONA, che oltre ad aver speso tutti i soldi a sua disposizione, nella via del ritorno rimase senza benzina e fu costretto a farsi scortare dall'amico ANGELO, appena tornato da una festa di sesso, droga e rap realizzata a casa dei suoi nonni.
Come ogni favola che si rispetti non può non terminare con una morale educatrice: in mare ci sono pesci grandi e pesci piccoli, ma ci sono anche cetacei giganteschi e quando ti imbatti in uno di questi, difficilmente ne esci vincitore o illeso, soprattutto se la mole di differenza è così grande. Il capitano Achab insegna, ma probabilmente il neolaureato lemure non ha avuto la fortuna di scontrarsi con il racconto di Melville. Insomma, è giusto essere pretenziosi e volere sempre il meglio da se stessi, ma quando si nota che le difficoltà incontrate lungo il cammino diventano insormontabili è meglio abbandonare i propri propositi, altrimenti si rischia di farsi molto male.
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