domenica 3 novembre 2013

Estate a Valledoria (Desolation Valley) 2

PAOLINO in cammino verso Valledoria dall'aeroporto


ANGELO nella piscina del residence


NIKO alla ricerca del mare


Gli 8 patagarru alla ricerca del mare


RIZZO si concede un attimo di preghiera


NEWS PENNY 2013
PARTE 2
(per l'articolo della PARTE 1 cliccare QUI)
L'aereo decollò. Tra gli 8 amici si respirava aria di entusiasmo e euforia. L'unico un po' giù di corda era il povero lemure CITRO che, rasato più di Mastro Lindo, si domandava come avrebbe fatto in quella condizione inguardabile a lucidare la passera delle sue future prede.
Il Capitano RIZZO, appena salito a bordo del velivolo, iniziò come un bambino che volava per la prima volta a documentare tutto ciò che vedeva scattando fotografie a caso: prima fotografò ciò che osservava dai finestrini, subito dopo spostò la sua attenzione su ciò che scrutava nelle scollature delle hostess.
Nel mentre che immortalava una hostess piegata su un passeggero intenta a servirgli un bicchiere di spremuta, STAIZ catturò l'attenzione di tutti dicendo: "Ragazzi, una volta atterrati dovremo prendere un bus a pagamento che ci porterà al residence. Ci vorranno circa 4 ore di viaggio e una ventina di euro da pagare ciascuno." DINO caricò immediatamente il suo fucile a pompa, mentre gli altri rimasero basiti e senza parole. La prima delle tante sorprese che avrebbe atteso la compagnia era stata svelata.
Gli 8 patagarru atterrarono in terra sarda dove li attendeva un caldo sahariano e una desolazione paragonabile al grande deserto africano. ANGELO si rinfrescò le idee e propose di ripartire alla volta di Milano. Il suo amico CITRO era pronto a seguirlo, ma STAIZ li distolse dai loro piani promettendogli che questa situazione sarebbe stata temporanea e valeva la pena sopportarla per godersi ciò che li attendeva al residence.
Arrivati a Valledoria, dopo aver cambiato una serie di mezzi, dal furgoncino dei gelati all'asinello sardo, gli 8 amici furono accompagnati da VIRGINIA, la ragazza del gambero arancione, nella loro futura dimora.
Qui le Fenici si ritrovarono di fronte a degli edifici diroccati circondati da campi di sterpaglie. All'interno del recinto residenziale c'era una pozza d'acqua, la tanto decantata piscina olimpionica promessa da STAIZ, in cui, per evitare di disperdere la poca acqua presente, era concesso fare il bagno uno alla volta immergendosi cautamente dalla scaletta apposita.
Gli 8 macarrones entrarono nella casa loro assegnata, ma anche qui le attese furono deluse: un bagno solo, camere da letto piccole come loculi, in cui sulla soglia dovevi già scegliere in quale spazio infilarti salendo la scaletta del letto a castello, e una cucina impolverata in cui stava facendo colazione una tenera famiglia di blatte giganti.
Sconcertati e terrificati, tutti guardarono storto STAIZ che non sapeva in che modo ribattere, tuttavia tra sé pensava: "Ma che me ne fotte, sono qui con la mia ragazza! Viva la Sardegna!!!"
Così, dopo aver mangiato un boccone al volo insieme alla famiglia di blatte, all'alba delle 13:00 la compagnia si avviò verso il mare. Tutti uscirono pieni di entusiasmo carichi di ombrelloni, zaini stracolmi di giochi da spiaggia e merendine, sdraio e quant'altro; STAIZ aveva detto che la spiaggia era a un tiro di schioppo e che per arrivarci ci sarebbero voluti 2 minuti… 2 minuti in pullmino. Altra sorpresa che lasciò tutti di sasso.
Pullmino? Esatto! Per andare al mare dovevano prendere la navetta, chiaramente a pagamento.
STAIZ, allora, per non sentirsi troppo in colpa, propose di raggiungere la spiaggia a piedi. Tanto se ci volevano 2 minuti in navetta ce ne sarebbero voluti 4 a piedi!
Gli 8 tirchi così si misero in cammino sotto il sole cocente delle 13:00 del 5 Agosto, carichi come dei buoi da traino e pronti a morire pur di non pagare 50 cent di navetta.
Dopo un paio di chilometri all'ateo RIZZO venne il sospetto che non si trovassero in una località di mare e si fermò a pregare sotto una Madonna incontrata per strada affinché gli indicasse la via; LEO iniziò a vaneggiare e cominciò a scambiare le strade deserte per corsi d'acqua in cui poter nuotare - cercò di tuffarsi, ma inutilmente; CITRO si bruciò la testa pelata e chiese aiuto al suo amico ANGELO, in possesso dell'unico cappello che obiettivamente non gli prestò; DINO, invece, cominciò a vedere nazisti ovunque e iniziò a sparare a tutto ciò che si muoveva rischiando di colpire più di una volta i disidratati PAOLINO e NIKO.
Alla fine la compagnia del manganello scorse all'orizzonte un campeggio. Si chiamava "Camping LA FOCE", un nome che non lasciava perplessità: quel campeggio doveva affacciarsi sul mare. Infatti, una volta entrati furtivamente all'interno del camping, videro finalmente davanti a loro l'immensa distesa d'acqua. La meta sembrava raggiunta! Invece era pura fantasia.
Ci volle un'altra ora di camminata per raggiungere la spiaggia marina, perché il campeggio costeggiava la foce del fiume Coghinas e non si affacciava esattamente sul mare.
Alle 15:00 gli smagriti superstiti, che nel frattempo avevano abbandonato lungo il tragitto tutte le cianfrusaglie di cui si erano fatti carico, si ritrovarono sulla distesa di sabbia più grande mai vista. Erano sulla spiaggia finalmente, ma ancora a 200 metri dall'acqua.

To be continued... PARTE 3

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