mercoledì 24 ottobre 2012

C'era una volta… un lemure (1^ parte)

Una delle conquiste amorose del lemure


Il lemure mentre spia nei bagni femminili


NEWS PENNY 2012
PARTE 1
Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale.

Cari lettori, quello che andrete a leggere non è il classico articolo di natura sportiva o le affaccendate vicende extracalcistiche Orange, nemmeno il sunto dei progetti futuri della società arancione… quello che leggerete non è nient'altro che una storia, una fiaba magica, un racconto che saprà strappare qualche sorriso, ma che allo stesso tempo farà commuovere.
Questa, signori e signore, è l'incredibile storia di un primate e del suo sogno, proveniente da una terra oscura dalla quale possono arrivare strane creature, creature che fanno paura, che possono diventare molto, ma molto pericolose e che sono in grado di sbalordire il mondo per i valori più estremi che racchiudono in loro: un "amore" irrefrenabile verso il sesso opposto e un'ingenuità spaventosa.

Come ogni racconto che si rispetti non si può non iniziare con "C'era una volta".
Ebbene, amici lettori… c'era una volta in un piccolo sobborgo milanese, al confine tra la Terra di Mezzo e il fiabesco regno di Gargantua, un tenero e docile primate - una rara specie di lemure - concepito per sbaglio in un soleggiato pomeriggio di primavera all'ombra delle fresche frasche di un salice piangente. Nato prematuro, il nascituro crebbe spaesato e indifeso.
In tenera età subì i soprusi dei compagni più robusti, più massicci.
Spesso e volentieri fu vittima di goliardici scherzi da parte dei ragazzi più grandi che si divertivano a legarlo in cima ad un albero lasciandolo appeso per tutta la notte.
Il piccolo primate non era tanto turbato da ciò, soprattutto perché da quella posizione poteva scrutare un apprezzabile scorcio tra le fronde che dava direttamente sui bagni femminili. La mente dell'indifeso e gracile lemure inizialmente, però, era confusa e disgustata dalla visione di quelle strane creature prive del serpentello sputa-pipì. Crescendo apprese il motivo di tale assenza, a favore della presenza dell'umido lettore Bancomat e da allora nella sua testa iniziò a vorticare un solo ed unico pensiero: il buco nero.
Una volta diventato adolescente i suoi impulsi animaleschi irrefrenabili diventarono incontrollabili tali per cui i genitori del lemure decisero di accollarli un quieto e sobrio esemplare maschio di nome ANGELO.
Questa mossa permise di acquietare in parte la spaventosa doppia personalità della gracile scimmietta, ma raggiunta la maggiore età, il lemure si trasformò definitivamente in quello che oggi è conosciuto da tutti come il "picchiarello dal pollice opponibile".
Il primate iniziò a saltare di fiore in fiore e cominciò ad impollinare diverse belve selvatiche tra cui si possono ricordare solo le ultime: MARIANA, la massaggiatrice giostraia; AMY, la cocainomane sempre in pista, amante di Lanuzza; ANNA EDINSON CAVANI, la fotografa bulgara; per finire IBRAHIM, il suo miglior amico universitario senegalese.
La vita amorosa della scimmietta era spensierata e felice, piena di soddisfazioni, anche se in talune occasioni il sensibile primate dopo la fine di un paio di relazioni rimase talmente scottato da cadere in forti depressioni.
Ebbene, uscito dall'ultima storia di passione con il suo IBRAHIM e perso il suo miglior nemico ANGELO, pascolante da più di un anno nel giardino dei nonni, ricadde nuovamente in uno stato altamente depressivo.
Cosa fare quindi? Come superare questa transizione emotiva logorante?
La risposta gli si presentò un giorno di Autunno.
Alla sua porta bussò una ragazza, non una ragazza qualunque, ma la sua ex compagna di classe, quella compagna per cui, quando ancora il demone pervertito non si era ancora impossessato del suo spirito, scrisse lettere d'amore romantiche che non seppe mai consegnarle e che tenne nascoste nel cassetto del suo comodino per anni.
Adesso avrebbe avuto la possibilità di confessarle il suo amore segreto, il suo desiderio più recondito.
I suoi occhi brillavano, il cuore scalpitava in petto come un cavallo selvaggio. Finalmente non avrebbe fatto più ricorso a Federica, la sua migliore amica e il suo tunnel carpale ne avrebbe tratto giovamento.
Il suo sguardo era solo per lei, per i suoi capelli lisci e fluenti, per i suoi occhi color smeraldo, per le sue gote rosee e candide, per la sua bocca sensuale e carnosa, per il suo collo snello e aggraziato, per i suoi seni sinuosi e morbidi, per i suoi seni sinuosi e morbidi, per i suoi seni sinuosi e morbidi, per i suoi seni sinuosi e morbidi… basta, il suo sguardo si era bloccato.
In quel momento lo assalirono strane convulsioni, cominciò a mostrare degli strani sintomi come tic nervosi all'occhio destro, tremolio delle mani e bavetta alla bocca.
Il demone fin lì domato riemerse dalle sue viscere con il vigore di una tempesta furiosa.
La ragazza, dal canto suo, non si avvide di tali comportamenti. Al contrario, rimase sorprendentemente colpita dall'aplomb del lemure e mordicchiandosi il labbro inferiore, con fare timido e dolce al contempo, invitò il giovane primate a uscire insieme a lei per una cena.

To be continued... PARTE 2

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